#83 – I
soliti accadimenti
New New Richmond Riding Academy, Long Island, New
York.
Di
fronte al quartier generale segreto dei Difensori atterrano Victor Vandoom,
nella sua forma mutata di Hulk Arancione, e la Nuova Calizuma. E’ proprio come
può sembrare a una prima occhiata. I due grandi(?) nemici del gruppo si sono
incontrati e hanno deciso di allearsi. Non c’è voluto molto per scoprire dove
poterli trovare e difatti eccoli che, in modo assai spavaldo, i due si sono
presentati per affrontarli a viso aperto.
-Venite
fuori, se ne avete il coraggio. Sono qui per avere la mia stupenda vendetta. Ve
lo avevo promesso, ricordate?- li canzoneggia Vandoom.
-Davvero
non riesci a vederli?- gli chiede Nuova Calizuma -Sono già davanti a noi.-
-Tanto
vale giocare a carte scoperte, allora.- dice Alan Dakor, ponendo termine alla
magia di occultamento.
Davanti
ai due compaiono così lo stesso Alan Dakor, la sua assistente e fidanzata
Mur-G’nn, Nottolone (Kyle Richmond), Hellcat (Patricia Walker), Power Man
(Victor Alvarez), Stemma (Lisa Molinari), Squirrel Girl (Doreen Green), Street
Speeder (Harrison Stavrou), Nosferata (Purple Hayes) e Panda-Mania (Riley
Richardson).
-Ehi, un
momento! I Difensori che ho affrontato io erano solamente cinque! Non sapevo
che fossero ben nove in realtà!- esclama Vandoom alquanto interdetto.
-Ma non
sai nemmeno contare? Non sono nove, ma dieci!- lo riprende Nuova Calizuma
spazientita.
-Peggio
ancora! Io non me la sento di affrontarli! Sono troppi! Mi arrendo!-
-Sei
ancora più inutile di quello che ritenevo. Va bene, te la sei cercata tu.-
Dopo
aver detto ciò Gwendolyne Watson (cioé Nuova Calizuma) appoggia il palmo della
sua mano sul corpo dell’alleato. In pochissimi secondi quest’ultimo viene
prosciugato di tutte le sue forse e si accascia a terra oramai cadavere. La
ragazza in compenso ha assunto un fisico più massiccio (i vestiti che indossa
sembrano dover cedere da un momento all’altro) e la sua pelle è diventata di
color rosso.
-Non
fatevi toccare da lei! Può assorbire i poteri altrui!- avvisa gli altri
Nottolone.
-L’avevamo
capito da soli, eh.- ribatte Panda-Mania -Più che altro, a quanto pare, non si
limita a fare solo quello. Mi sa che il pelatone ha tirato le cuoia.-
Vista la
situazione, i primi ad attaccarla sono Alan Dakor, Mur-G’nn e Stemma, che
potendo contare sulla magia non hanno bisogno di avvicinarsi a lei. Nuova
Calizuma ovviamente non se ne sta con le mani in tasca e si adopera anch’essa
ad usare la magia contro loro. Ma la formula che pronuncia non porta a niente e
anzi il suo corpo comincia a tremare.
-Cosa le
sta accadendo?- chiede Power Man.
Alan
Dakor capisce subito. Quando anche Nuova Calizuma se ne rende conto, nei suoi
occhi appare il terrore. L’agonia dura poco e quel che cade a terra è il corpo
rugoso e rinsecchito di una donna che ha vissuto troppi secoli.
-Aver
assorbito i poteri dell’Hulk Arancione, non so per quale motivo, le è stato
fatale.- osserva il mago inglese.
Hellcat
getta uno sguardo veloce al cadavere per poi tornarsene subito da Nottolone:
-Ne abbiamo
affrontati di nemici ridicoli, ma forse questa è la prima volta che li
sconfiggiamo senza dover muovere un dito.-
-Ancora
non ci credo.- dice Power Man -Abbiamo già vinto?-
Proprio
così. La grandissima minaccia rappresentata dall’alleanza di Nuova Calizuma con
Hulk Arancione ha avuto termine in modo repentino.
-Parecchio
repentino.- ribadisce Squirrel Girl.
Street
Speeder.
Harrison
Stavrou non era mai stato particolarmente interessato a fare il super eroe. Con
tutti quelli che ci sono in giro magari uno spera che capiti qualcosa anche a
lui, visto che pare non essere poi così inconsueto ottenere poteri. Lui no, lui
non lo aveva mai sperato. Lui viveva bene la sua vita e sperava non sarebbe mai
cambiata granché, che sarebbe rimasta il più possibile immobile. Per questo,
una volta ottenuta inavvertitamente la super velocità, aveva pensato in un
primo momento di fare semplicemente finta di nulla, comportarsi come se quel
potere non l’avesse. Da un grande potere deriva una grande responsabilità? Lui
ne avrebbe fatto a meno della responsabilità, che già ne aveva abbastanza su
altri fronti. Però… Però scoprì che correre veloce gli piaceva. Molto meglio
delle passeggiate, le super corse avevano il potere di farlo rilassare. Poi
capitò un paio di volte l’occasione di poter inseguire e bloccare senza alcuna
difficoltà un rapinatore. Perché non avrebbe dovuto aiutare gli altri, visto
che tanto oramai si trovava sul posto e farlo non gli richiedeva nemmeno grande
impegno? La gratitudine altrui gli fornì molto appagamento, al punto che stava
per decidere di dedicarsi veramente alla carriera di super eroe. Qualche dubbio
comunque rimaneva. Desiderava ardentemente una vita tranquilla, fatto che
stride alquanto con la vita da super eroe. Ma l’incontro con Squirrel Girl finì
per convincerlo a diventare Street Speeder. Quella ragazza s’impegnava così
tanto nell’aiutare gli altri ed era così contenta di poterlo fare che lui non
poteva più starsene a usare il suo potere principalmente per passare il tempo e
solo occasionalmente per l’utilità altrui. Si sarebbe sentito quasi un verme.
Panda-Mania.
Riley
Richardson non era mai stata particolarmente interessata a fare il super eroe.
Difatti usava il suo potere, la super forza, per compiere crimini. Voleva soldi
per fare la bella vita. Si era però accorta che, nonostante il suo impegno, non
avrebbe mai combinato granché e non sarebbe arrivata molto lontano. Così
approfittò di un caso fortuito per abbandonare quella strada. Aiutò alcuni eroi
a catturare un criminale per proprio interesse, e questo fatto fu visto da
alcuni come un suo tentativo di redenzione. Non lo era. Avendone l’occasione
cominciò però a collaborare con Squirrel Girl, in modo da passare per redenta e
non avere più l’assillo di poliziotti e super eroi alle calcagna. Ecco come è
nata la super eroina Panda-Mania. La quale però non è affatto contenta del suo
ruolo, infatti la rabbia che l’ha sempre contraddistinta mentre si sfoga usando
il suo potere non è affatto calata. Anzi, in talune occasioni si intensifica,
anche perché non è che sopporta più di tanto l’ottimismo di Squirrel Girl. E
quando quest’ultima si dice felice di poter collaborare con lei, la rabbia e la
frustrazione di Riley salgono ancora di più. Non per tutti è bello fare il
super eroe, a quanto pare.
New
York.
E
insomma, questi due, insieme a Squirrel Girl, hanno appena sconfitto il
temibile super criminale chiamato Coleottero Fucsia e così sventato il suo
terribile piano che prevedeva non si sa bene cosa. Il detective Michael Corson
sta stilando il rapporto mentre parla con il poliziotto Jimmy.
-Davvero,
Jim, io non ho niente contro questi personaggi, e poi mia nipote adora Squirrel
Girl. Però non riuscirò mai ad abituarmi a questa cosa. Sono qui a scrivere che
uno scoiattolo e un panda hanno sconfitto un coleottero. Capisci?-
-E il
panda pare essere molto popolare tra la gente.-
-E’
l’abito che fa il monaco. Credo che se io andassi in giro con quel vestito, la
gente adorerebbe pure me.-
-Scusa,
ma non ti ci immagino.-
-E fai
bene, facevo per dire.-
Mentre
viene portato via, il Coleottero Fucsia ha un’ultima cosa da dire a chi l’ha
sconfitto:
-Non
crediate che sia finita qui. Mi rivedrete presto. E non avrete la fortuna che
avete avuto oggi.-
-Ma
quale fortuna?- si irrita Panda-Mania -Ti abbiamo sconfitto perché siamo più
forti! Squirrel Girl, non trattenermi, fammelo picchiare un altro po’ così si
zittisce!-
-Aehm,
questo scambio di battute eviterò di riportarlo.- li informa Corson prima di
andarsene.
Street
Speeder comincia a ridere. Panda-Mania tanto per cambiare non la prende bene.
-Cos’hai
da ridere? Sono così divertente per te?-
-Calma,
non volevo farti irritare ulteriormente. Però sì, mi piace questo lato di te.
Te ne freghi di ciò che hai attorno e dici sempre quello che pensi senza farti
problemi. Apprezzo le persone sincere. Sei una bravissima persona.-
-Mi sa
che non mi conosci per niente, biondo.-
-Un
motivo in più per volerti conoscere meglio e chiederti di uscire.-
-Co…
Cosa vorresti dire?- balbetta Panda-Mania arrossendo lievemente -Mi stai forse
chiedendo un appuntamento? Ma scherzi?-
-Io
posso lasciarvi da soli già adesso.- suggerisce Squirrel Girl sorridendo.
-Tu stai
ferma costì, non provare a muoverti!-
-Ah ah!-
riprende a ridere Street Speeder -Sono contentissimo di poter collaborare con
voi. E preferisco così, agire in favore della gente comune, starvi a contatto.
Le missioni dei Difensori invece mi appaiono più… Come dire, strane? E poi mi
sembra di muovermi quasi di nascosto…-
-Niente
ci vieta di fare come oggi.- suggerisce Squirrel Girl -Ritrovarci tra noi senza
dover aspettare la chiamata dei Difensori.-
Poco
dopo i tre si separano, con Panda-Mania che se ne va con un dubbio:
-Non ho
capito. Ma Harrison voleva davvero uscire con me? E perché dovrebbe
importarmene qualcosa? Non posso tornare a casa così, devo sfogarmi. Vado a
cercare qualche altro criminale da pestare.-
Sempre
New York.
Alan
Dakor entra nel salone insieme a una bella ragazza bionda, in realtà la
skrull-kree Mur-G’nn sotto mentite spoglie.
-Sento
che attorno abbiamo parecchie persone pericolose.- dice quest’ultima.
-D’altronde
siamo a un’asta non autorizzata dove vengono venduti manufatti magici
trafugati. Non possiamo aspettarci di trovarci persone comuni.-
-Non mi
piace questo posto. Andiamocene al più presto.-
-Ovviamente.
Appena avremo ottenuto l’oggetto che è stato rubato al signor Garrison e per il
cui recupero egli ci paga profumatamente.-
La
serata comincia. Vengono venduti due oggetti che non attirano l’interesse di
Dakor, poi finalmente tocca a quello per il quale sono giunti in quel luogo.
-Eccolo.-
dice il mago inglese -Sarà nostro, con le buone o con le cattive.-
-Fa’ che
sia con le buone. Fa’ che sia con le buone.- prega Mur-G’nn.
Peccato
che quel manufatto magico faccia gola a molti. Per ben due volte l’offerta di
Dakor viene superata.
-Non
andrò oltre. Se faccio un’altra offerta ci rimarranno giusto due soldi per noi,
e io non lavoro per così poco.-
-Dovevo
immaginarmelo che sarebbe andata a finire così.- sospira Mur-G’nn -Cominciamo?-
-Cominciamo.-
I due si
alzano in piedi e subito dopo nel salone si scatena il caos.
-Siamo
stati fortunati.- dice Dakor mentre lancia magie -Abbiamo contro solo quattro
cinque maghi di bassa lega.-
-E due
mercenari che stanno cercando di farci fuori con le loro armi.-
-Loro non
li considero nemmeno. Conto di essere fuori da qui entro tre minuti.-
-Quattro
minuti e venti secondi.- gli dice Mur-G’nn appena sono all’esterno
dell’edificio.
-Ok,
ammetto che a volte pecco di superbia.-
-A
volte?-
I due,
con i vestiti un po’ stracciati, si allontanano portando con loro il manufatto
magico del signor Garrison.
Stavolta
città di Centerville.
Parco
tematico dedicato alla linea di fumetti di successo scritta dalla madre di
Patricia Walker e basata sulle tragicomiche avventure della figlia e del suo
gruppetto di amici dei tempi del liceo.
La
stessa Patsy e Kyle hanno deciso di farvi un’ultima visita, prima che venga
chiuso e smantellato. In realtà per Richmond è proprio la prima.
-Non mi
è mai piaciuto veramente, ma mi dispiace che debba chiudere.- confessa la
donna.
-Sarà un
problema per la tua amica Hedy?-
-Non
credo. Scaltra com’è ha trovato da guadagnare pure dalla chiusura del parco.-
-Bene,
visto che una parte toccherà pure a te.-
-Non per
niente l’ho voluta io stessa a occuparsi di tutto.-
-Visto
che ci siamo, godiamoci qualche attrazione.- dice Kyle sorridendo -Non mi
lascerò scappare il tunnel dell’amore. C’è, vero?-
-Sì,
esserci c’è, ma…- risponde Patricia stranamente per niente entusiasta.
-Di
colpo mi è passata la voglia di andarci.- osserva Richmond una volta che vi è
arrivato davanti.
-Volevo
dirtelo, ma non ne avevo il coraggio…-
L’enorme
insegna dell’attrazione riporta il seguente nome: Il tunnel dell’amore di Patsy
e Buzz. E non importa che spieghiamo chi è Robert Buzz Baxter alias Mad Dog,
no?
New
York!
-Ta-da!-
esclama Purple Hayes spalancando la porta d’ingresso.
-E
questo cosa sarebbe?- chiede Freda.
-Come
cosa sarebbe? Il nostro nuovo appartamento qui a New York!-
-Ma
avevamo già il signor Richmond che ci ospitava gentilmente nella sua tenuta…-
-Quel
posto è troppo pericoloso. Quando sono arrivati Vandoom e la Nuova Calizuma ho
temuto veramente che ti potesse accadere qualcosa di male. Qui invece non
verranno di certo a cercarci dei super criminali. Ovviamente l’ho fatto dotare
di un sofisticato sistema di antifurto.-
-Questo
significa che è intenzionata a rimanere nei Difensori e qui a New York.-
-Bé,
proprio rimanere no, ma quando di volta in volta capiteremo in questa città,
sapremo subito dove andare.-
New
York New York!
Victor
Alvarez giace nel letto del suo appartamento in stato catatonico. Poco prima ha
finalmente avuto il coraggio di dichiararsi a Lisa, ma è stato inaspettatamente
rifiutato. Anche se la ragazza ha dovuto ammettere che almeno un po’ si sente
attratta da lui. Ma allora perché il rifiuto? Non ha saputo o voluto spiegarlo.
Non è successo alcunché di grave, lo sa, ma per qualche giorno almeno non si
farà vedere al quartier generale dei Difensori. Vedendo Lisa si sentirebbe in
imbarazzo.
Pure
Lisa Molinari si trova nel suo appartamento. Lei in stato confusionale. Perché
ha detto no a Victor? Attendeva da tempo la sua dichiarazione, sperava che
avvenisse, e quando c’è stata lei è… Fuggita? Forse è proprio la parola adatta.
Non è successo alcunché di grave, lo sa, ma per qualche giorno almeno non si
farà vedere al quartier generale dei Difensori. Vedendo
Victor si sentirebbe in imbarazzo.
New New Richmond Riding Academy, Long Island, New
York.
Quartier
generale dei Difensori. Per stanotte, e probabilmente almeno per qualche altro
giorno, è vuoto. Kyle e Patricia si trovano ancora a Centerville e nessuno
degli altri vi si è recato. E’ forse così, senza dichiarazioni ufficiali e nel
silenzio più assoluto, che di colpo può sciogliersi un non gruppo? No. I Difensori
ci sono ancora e sempre ci saranno, tutte le volte in cui alcuni super eroi
decideranno di unire le loro forze contro qualunque tipo di nemici, anche i più
bizzarri.
Ancora New New Richmond Riding Academy, Long Island,
New York.
Se
questo fosse un film questa sarebbe la tipica scena post credit.
Li
avevamo lasciati un po’ in disparte, dopo averli nominati qualche numero fa.
Sono alcuni dei collezionisti di manufatti e di artefatti magici, ai quali
tempo prima si era unito Kyle Richmond ma solo per spiarli e fare in modo che i
più pericolosi tra essi non accumulassero troppo potere magico. Si sentono
giustamente raggirati da lui, così si sono radunati e si sono recati al
quartier generale dei Difensori.
-A
quanto pare non c’è nessuno.-
-Già. Ma
non sarà facile ugualmente. I nostri oggetti più potenti che Richmond ci ha
rubato saranno sicuramente ben custoditi. Ho sentito parlare di una Stanza del
Nottolone. Probabilmente sarà dotata di difese magiche.-
-Non
sarà un problema, visto che non c’è nessuno a contrastarci e potremo agire con
calma.-
E’ in
quel momento che odono una risata. Davanti a loro appare un piccolo ometto
pelato e di carnagione scura.
-Potete
anche andarvene. Siete liberissimi di non credermi, ma gli oggetti che cercate
non sono qui.-
E noi
sappiamo che è vero, come scritto in qualche numero fa Richmond li ha
consegnati a Stephen Strange.
-E se
volessimo ugualmente dare un’occhiata?-
-Essendo
io un amico del signor Richmond, proverei sicuramente a non far entrare nella
sua dimora ospiti evidentemente sgraditi.-
-Pensi
di riuscirci?-
-Chi lo
sa. Però risolvere problemi è il mio mestiere. E voi se non ve ne andate
costituite un problema.-
Comincia
così uno scontro in cui è la magia a farla da padrona. I collezionisti ben
presto si ritrovano in cattive acque e non possono far altro che ritirarsi.
-Orbene,
problema risolto!- dice allegramente il piccolo uomo -Adesso riprendiamo il
viaggio alla scoperta di questo splendido mondo!-
Così
Papa Hagg (in realtà il Dottor Strange di un altro universo) scompare. Sì, non
dovrebbe essere qui, ma evidentemente ha trovato il modo di esserci.
Per
conoscere la storia intessuta attorno a questa figura, leggere Difensori MIT
#72 e Nighthawk MIT #1 e #2.
Informazioni
indispensabili quasi superflue.
A parte l’inatteso ritorno di Papa Hagg, ma siamo liberissimi di ignorarlo se ci pare, praticamente niente e nessuno da segnalare. Eccetto il fatto che questa è la ventesima storia del gruppo che scrivo, un traguardo che ho deciso di festeggiare scrivendo qualcosa forse ancora più strambo del solito. In realtà tutto è dovuto al fatto che ho creato una squadra così bizzarra che nemmeno io stesso so dove portarla. Così ho deciso di lasciare una situazione magari insolita. Il gruppo non è sciolto, ma non è detto che si riunisca, perlomeno in tempi brevi. E magari quando si riunirà ci potranno essere facce nuove o potranno mancare alcune di quelle vecchie. Chi lo sa.